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“L'idea degli opposti è in grado di creare apertura viva.
Assumerla vitalmente nel proprio atteggiamento rende consapevoli della ricchezza che è nel proprio essere […]; mondi nuovi si schiudono”
(Romano Guardini)

Spesso le attività intergenerazionali sono viste con diffidenza, ma in realtà queste possono favorire l’instaurazione di valori che mantengono la società coesa. Esse migliorano le capacità comunicative fondamentali, come l’ascolto e la comprensione, e incrementano le competenze sociali come il rispetto, l’altruismo e la condivisione, qualità indispensabili nella vita quotidiana.

Gli studiosi hanno evidenziato lo sviluppo di qualità che favoriscono la resilienza come lo spirito d’iniziativa, la flessibilità, l’apertura verso l’altro e la creatività. Altro aspetto rilevante, che emerge dalle ricerche, è l’incremento di comportamenti pro-sociali quali la condivisione, l’attitudine positiva verso la scuola e migliori capacità di negoziazione e di relazione.

Sul piano psicologico si evidenziano un incremento dell’autostima e una ridotta ansia oltre che un miglioramento nella qualità dei rapporti familiari dei partecipanti (Kaplan e Pinazo).

Altrettanto interessanti sono gli impatti che i programmi intergenerazionali hanno sulla comunità (MacCallum):

- rafforzano il senso di comunità e la cultura stessa;

- abbattono barriere e stereotipi favorendo la coesione sociale;

- sviluppano reti sociali all’interno della comunità;

- alleviano lo stress nelle relazioni parentali;

- forniscono modelli comportamentali positivi;

- promuovono il volontariato.

Le sette aree di intervento

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RIDURRE L'AGEISMO

Si chiama Ageismo “ogni forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età, in particolare verso le persone anziane". “L’ageismo danneggia tutti, vecchi e giovani. Ma spesso, è così diffuso e accettato – nei nostri atteggiamenti e nelle politiche, leggi e istituzioni - che non riconosciamo nemmeno il suo effetto dannoso sulla nostra dignità e sui nostri diritti” ha affermato Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Dobbiamo combattere apertamente l’ageismo, in quanto violazione dei diritti umani profondamente radicata.

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INCREMENTARE
IL BENESSERE MENTALE
E LA FIDUCIA IN SE STESSI

COSTRUIRE AMICIZIE
E CONNESSIONI SOCIALI

In più occasioni ci troviamo a confrontarci e confidarci con persone che vivono una fase della vita molto diversa dalla nostra, perlomeno anagraficamente. C’è una “contaminazione” tra generazioni, forse una curiosa richiesta di confronto. C’è un reciproco bisogno di sentirsi più vicini. Una comunità diventa viva e operativa quando riesce a condurre fuori tutte le sue straordinarie potenzialità, in una dimensione collaborativa generale.

Un concetto molto importante per il benessere è quello del continuo mutamento. Ridare movimento alla nostra psiche diventa possibilità di accogliere i nostri stati interni come segnale ed opportunità per cambiare.

L'avere fiducia in sé stessi significa pensare di essere in grado di affrontare le situazioni con diverse modalità e nelle diverse età. L'accrescimento di relazioni positive intergenerazionali concorrono nel raggiungere questi scopi.

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MIGLIORARE L'APPRENDIMENTO E LA CONDIVISIONE DELLE COMPETENZE IN TUTTE LE FASCE D'ETA'

RIDURRE LA SOLITUDINE E L'ISOLAMENTO SOCIALE

La solitudine è “l’esperienza spiacevole che si verifica quando la rete delle relazioni di un individuo è insufficiente sotto alcuni aspetti importanti, siano essi quantitativi o qualitativi” (Perlman & Peplau, 1984). Viene vissuta come una diversa esperienza a seconda delle età.

Proprio come abbiamo necessità di cibo per vivere, ognuno di noi ha un "cervello sociale" che ha bisogno di contatti umani per "stare bene".

Le pratiche di apprendimento intergenerazionale, sviluppano una forma mentis che vede le differenze come occasione di apprendimento e l'altro come risorsa. Inoltre, aiutano gli individui a sviluppare competenze necessarie alla creazione di una cittadinanza attiva: la solidarietà, la resilienza e l'empowerment.

L'educazione intergenerazionale si pone come esercizio sociale, invita all'ascolto, alla partecipazione e all' integrazione. Può divenire uno strumento decisivo per superare barriere mentali e logiche di separazione.

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AUMENTARE LA COMPRENSIONE E LA CONDIVISIONE DELLE ESPERIENZE TRA GENERAZIONI

CREARE OPPORTUNITA' PER TUTTE LE GENERAZIONI DI SENTIRSI APPREZZATI E PARTE DELLA LORO COMUNITA'

L’espressione “gap generazionale”, inteso come distacco, conflitto tra generazioni diverse, fece la sua comparsa negli anni Sessanta e fu riferito alla frattura ideologica e culturale tra i nati nel dopoguerra e i loro padri. Oggi più che mai è necessaria una profonda riflessione, per ascoltare, capire e cercare di comprendere il mondo delle diverse generazioni.

Una comunità diventa viva e operativa quando riesce a condurre fuori tutte le sue straordinarie potenzialità, in una dimensione collaborativa generale.

Ogni persona, nel suo particolare percorso di vita, è una presenza fondamentale nella dinamica educativa generale, perché genera attenzione, osservazione, idealità, fantasia e intelligenze.

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